Via Taormina, schiuma e puzza dal rubinetto: sos dei residenti | L'Arena

2022-10-09 14:16:32 By : Mr. Hason Zheng

Società Athesis S.p.A. – Corso Porta Nuova, 67 – I-37122 Verona (VR) – REA: VR-44853 – Cap. soc. i.v.: 1.768.000 Euro – P.IVA e C.F. 00213960230

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La doccia? «Fatela breve». I rubinetti? «Lasciateli aperti». «Già, perché le bollette, di questi tempi, sono proprio a buon mercato...», afferma, tra sarcasmo ed esasperazione Sonia Fattorelli. Da una settimana, nel condominio Ater di via Taormina 34, Borgo Nuovo, l’acqua che sgorga produce schiuma e puzza. «Un odore cattivo, indefinibile». Ad oggi una soluzione ancora non si è trovata. Ed escludendo la presenza di spiriti dispettosi rimane un «rimpallo» tra i diversi protagonisti di una vicenda ai confini della surrealtà. Che approda a nulla.

«Il risultato? Ci si lava, quando possibile, a casa di parenti. Un problema per tutti, inclusi mio marito e il maggiore dei miei due figli, il quale già lavora», conferma la donna. Nei guai loro ma altrettanto le 18 famiglie che abitano nell’edificio.

Quella «roba» che esce dai rubinetti suggerisce di non bere. La prima chiamata è ad Acque Veronesi: il gestore della rete spiega però di non avere competenza sull’impianto, di fatto non direttamente collegato all’acquedotto. Tocca quindi ad Agsm-Aim, da cui arriva disponibilità, unita però al suggerimento di coinvolgere, «in primis», la ditta di manutenzione, la Gibi Termoidraulica srl con sede in Borgo Roma, poiché il problema, a detta dei tecnici, sarebbe legato ai due grandi container idrici a servizio del condominio.

«Seguono diverse telefonate, l’uscita di un addetto, il quale asserisce di avere spento l’addolcitore e consiglia di tenere aperti i rubinetti», spiega Sonia Fattorelli. Nulla cambia. Seguono altre chiamate «accolte», afferma la donna, «con una certa stizza».

Viene interessata l’Ater, che coinvolge l’amministratore dell’immobile, quindi nuovamente la ditta di manutenzione. Vengono svuotate, in tempi diversi, entrambe le vasche di accumulo. Ma dai rubinetti continua ad uscire quel liquido che «fa schiuma, cattivo odore e lascia un alone visibile anche sull’acciaio del lavello». L’ultimo intervento, in ordine di tempo, sarebbe stato la realizzazione di una sorta di «bypass» dell’addolcitore, con collegamento all’acquedotto. Ma neppure questo funziona.

Mentre già i condomini si preparano a chiedere il preventivo ad un laboratorio di analisi chimico-fisiche (provvedimento che in questi casi dovrebbe essere automatico per chi abbia in cura un impianto, sulla base del decreto legislativo 31 del 2001, ndr) qualcuno nel condominio comincia a manifestare disturbi intestinali dopo avere assunto piccole quantità dell’acqua di rubinetto.

«Io stessa, sciacquando i piatti, ho sviluppato un prurito immediato e generalizzato. Mentre resta», spiega la donna, «il consiglio di lasciare aperti i rubinetti e comunque di lavarsi nel minimo tempo possibile». In tempi di caro-bollette un’idea perlomeno stravagante.

«Una giovane madre, mia vicina, ha preferito evitare il rischio ed ora effettua i “cambi“ del bambino a casa della suocera. Io, nel frattempo, spendo del mio per acquistare acqua in bottiglia», conferma, allargando le braccia, la signora Sonia. «Al momento non sappiamo neppure se l’analisi sia stata effettuata, tanto meno il suo esito». Una settimana senz’acqua «bevibile».

Lasciare aperti i rubinetti, di questi tempi, non appare un’opzione saggia. Restano alla fine due sole possibili soluzioni: qualcuno (chi?) dovrà recuperare il ritardo, scovare e riparare il guasto che si annida da qualche parte, tra tubi e centraline. O, ultima spiaggia, interessare un esperto in fenomeni paranormali.

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