Per 150 ragazzini l’anno inizia nel container: «Lavori non posticipabili» | L'Arena

2022-10-09 14:16:31 By : Mr. Jason He

Società Athesis S.p.A. – Corso Porta Nuova, 67 – I-37122 Verona (VR) – REA: VR-44853 – Cap. soc. i.v.: 1.768.000 Euro – P.IVA e C.F. 00213960230

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Avvio d’anno didattico decisamente insolito per 150 degli oltre 400 alunni della primaria «Gino Sandri» di San Bonifacio. A causa di lavori volti a migliorare dal punto di vista sismico l’edificio di via Roma, che sono in corso dallo scorso gennaio e che dureranno almeno sino alla fine del 2023, per gli alunni di otto classi quest’anno la scuola avrà sede in una struttura formata da container. Una situazione che non è oggetto di particolari lagnanze, ma che è certo inusuale. Secondo quanto spiega Antonio Verona, l’assessore comunale ai Lavori pubblici ed alla Gestione del patrimonio, «la scelta di ricorrere a strutture mobili era di fatto obbligata, visto che i lavori sono iniziati in piena emergenza Covid e, quindi, era necessario evitare assembramenti".

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I container sono in grado di accogliere in tutto 192 alunni, sono dotati di servizi per alunni, docenti e disabili, contengono lavagne digitali e sono connessi alla rete informatica. La scuola temporanea è stata allestita nel cortile retrostante la «Gino Sandri», a pochi metri dall’edificio, con un esborso che solo nell’anno passato è stato pari a quasi 270mila euro, di cui circa 200mila finanziati dallo Stato. Soldi che sono serviti per il noleggio e la posa, che sono stati realizzati, su incarico, da una ditta specializzata.

I container dove ha sede il Guarino

«Questa situazione è legata al completamento un intervento che era iniziato nel 2014, con la messa in sicurezza delle scale interne e la realizzazione di pilastri, e che poi è continuato con interventi alle pensiline esterne ed ai controsoffitti», continua l’assessore. Si tratta di un’operazione dal costo, per la parte in corso, di ben 2.780.000 euro, Iva compresa, che è stata completamente finanziata dal ministero della Pubblica istruzione. Porterà al rafforzamento dei muri del primo piano e di quello rialzato, ad esclusione della palestra che era già stata sistemata, con iniezioni di materiale consolidante e rifacimento degli intonaci, alla sostituzione dei serramenti, con sistemi di protezione solare, ed alla posa di nuovi impianti. «Tutti questi lavori non si potevano certo realizzare con gli alunni all’interno delle classi», aggiunge Verona.

Nella seconda parte dello scorso anno quattro seconde e quattro quarte classi di allora, ed in questo, per alternanza, quattro seconde e quattro quarte di oggi, sono state trasferite nell’improvvisata sede distaccata. Ieri i bambini non si dicevano per niente scontenti della situazione, d’altronde erano impegnati a vivere un ritorno in classe finalmente contrassegnato dalla mancanza di mascherine sul viso, i genitori non sollevavano particolari perplessità ed anche gli insegnanti non avevano da far presenti problemi particolari. «Per carità, questo è stato solo il primo giorno di scuola, ma l’impressione è che gli spazi consentano di svolgere al meglio l’attività didattica ed, anzi, che permettano una maggiore collaborazione fra le classi», spiegavano, all’uscita, le maestre. Secondo le quali il fatto che i servizi siano vicini alle aule e che le aule stesse siano a pochi metri l’una dall’altra, in un’area raccolta attorno ad un unico corridoio, può evitare che gli allievi si allontanino troppo e consentire in questo modo agli insegnanti di aiutarsi a vicenda.

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