La procura indaga per omicidio volontario e ascolterà tutti marittimi imbarcati
Genova. Proseguono le indagini della procura di Genova e della squadra mobile sul misterioso suicidio del marittimo serbo che ieri è stato trovato con la gola tagliata a bordo della Msc Adelaide. “Al momento non ci sono collegamenti tra questo fatto, sui cui comunque stiamo facendo accertamenti, e il maxi sequestro di droga”, ribadisce il procuratore capo facente funzioni Francesco Pinto.
Al momento, sulla morte del marittimo la tesi prevalente resta quella del suicidio: un collega lo avrebbe trovato esanime ma ancora vivo con una lametta in mano e ha lanciato l’allarme. Lo stesso, secondo quanto riferito agli investigatori avrebbe anche lanciato la lametta che ancora non è stata trovate, seppur cercata nei meandri della sala macchine.
Ad accreditare l’ipotesi del suicidio ci sarebbe anche la scelta dell’uomo di lasciare un messaggio di addio, scrivendo con il proprio sangue su una paratia della nave un saluto in serbo alla moglie e affidandosi a Dio.
Intanto sul corpo del 50enne sarà oggi pomeriggio eseguita l’autopsia. Il sostituto procuratore Eugenia Menichetti, che ha aperto un fascicolo per omicidio volontario per consentire gli accertamenti, questa mattina ha fatto un sopralluogo a bordo della nave e nei prossimi giorni saranno ascoltati tutti e 20 i membri dell’equipaggio compreso il comandante, l’unico italiano a bordo.
Sulle ragioni di quello che sembrerebbe essere un suicidio al momento tuttavia non ci sono informazioni chiare. Dai colleghi l’uomo viene descritto come una persona che lavorava a bordo da diverso tempi e che non aveva mai dato problemi.
Continuano intanto, parallele, le indagini sul 450 Kg di cocaina sbarcati dalla Adelaide domenica pomeriggio e nascosti in un container che hanno portato all’arresto del portuale Fabio Papa. La droga, probabilmente è stata messa in un container in Colombia e da lì trasportava via gomma fino a Rio de Janeiro dove è stata imbarcata insieme al caffè senza alcuna responsabilità da parte del vettore Msc.
All’arrivo a Genova il container è stato sbarcato e collocato in un’area video sorvegliata in attesa dell’ispezione.
Papa tuttavia, che aveva proprio la qualifica di ispettore ma avrebbe dovuto agire da remoto. Invece i finanzieri agli ordini del colonnello Fiducia, che lo tenevano d’occhio lo hanno visto movimentare il container in piena notte con la ralla e lo hanno arrestato mentre cercava di scaricare i 14 borsoni. Poco prima l’uomo, che è in attesa dell’interrogatorio di garanzia, aveva scattato al container alcune foto, probabilmente inviate a un complice per accertarsi che il container fosse quello giusto. Le indagini delle fiamme gialle, coordinate dal sostituto procuratore Federico Manotti, mirano quindi a ricostruire la rete di trafficanti che stava per immettere sul mercato italiano, circa 30 milioni di cocaina e il percorso che la droga avrebbe dovuto ancora compiere.
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