L’operazione è funzionale a sostenere il passaggio generazionale in atto tanto quanto ad imprimere un’accelerazione al business di Midolini come da piano industriale quinquennale che mira a raddoppiare ricavi e marginalità
Le sue gru sono da oltre 70 anni uno dei simboli friulani del fare e continueranno ad esserlo anche dopo la decisione degli azionisti di aprire il capitale al club deal formato da Smart capital spa e Vls Club spa. L’ingresso dei nuovi soci non intacca gli equilibri societari di Midolini Fratelli: la maggioranza della società udinese «regina» delle gru resta saldamente in mano ai fratelli Mirva e Sandro Midolini, affiancati alla governance dal figlio e nipote Giacomo Pittini, Ad del gruppo nonché terza generazione alla guida dell’impresa di famiglia.
Firmato neo giorni scorsi un accordo vincolante che sarà perfezionato con il closing a inizio dicembre, Smart capital spa e Vls Club spa entrano con una quota di minoranza pari al 43,66%. L’operazione è funzionale a sostenere il passaggio generazionale in atto tanto quanto ad imprimere un’accelerazione al business di Midolini come da piano industriale quinquennale che mira a raddoppiare ricavi e marginalità - nel 2021 pari rispettivamente a 26 milioni di euro il fatturato e a 5,7 milioni l’Ebitda - nonché ad aggregare ulteriori player del settore, aumentando contestualmente l’occupazione di 200 unità a spanne, passando dalle attuali 300 a 500 persone.
E’ l’Ad Pittini a raccontare i dettagli di questa nuova fase di vita della società, la prima in 70 anni che vede impegnato in azienda un soggetto estraneo alla famiglia. «Anzitutto chiariamo una cosa: non si tratta di una vendita - sgombera il campo il manager -, ma di un’apertura di capitale che porta in società un partner di minoranza grazie al quale potremo perseguire nuovi e più ambiziosi progetti di crescita, consentendo all’azienda di evolvere senza snaturare i suoi fondamentali, vale a dire il forte legame con il territorio del Fvg e la centralità delle persone che vi lavorano e che sono il vero valore aggiunto di una società di servizi come la nostra».
Quali servizi è presto detto. Midolini è infatti molto più delle gru che si vedono svettare in mezzo Friuli (e oltre). Il gruppo conta su 5 società in tutto - la Fratelli Midolini, Seaway, Terminal Porto Nogaro, M2 logistica e Nest - e spazia in quattro diversi settori d’attività: il sollevamento e i trasporti eccezionali (ragione di circa il 40% del fatturato consolidato), le attività portuali (40%), la logistica integrata (15%) e le spedizioni (5%).
Dopo il sollevamento, la parte più consistente del business è costituita dunque dall’attività nei porti Fvg - Trieste, Monfalcone e San Giorgio di Nogaro - che il gruppo presidia tutti, unica realtà in regione ad essere contemporaneamente presente nei tre scali, «movimentando - semplifica Pittini - tutto ciò che non è container».
Se l’attività in porto è più legata alla regione e vanta oltre un milione di tonnellate di movimentazioni l’anno, nel sollevamento invece, dove protagoniste sono autogru gommate (e dunque più facili da movimentare) con capacità nominale fino a 500 tonnellate, il raggio d’azione di Midolini spazia a tutto il Nord e punta ora, come il resto del gruppo, che è fortemente integrato, ad abbracciare l’intero Stivale grazie a una crescita per linee interne e a possibili operazioni m&a, alcune delle quali - svela l’Ad - già in fase di studio.
«L’obiettivo - aggiunge Pittini - è aggregare più player del nostro settore e consolidare così l’offerta. Per farlo possiamo contare sui nuovi soci di minoranza, fondi che sono investitori d’élite: insieme ci proponiamo di diventare soggetto di riferimento a livello nazionale portandoci in casa altri player. Fin qui siamo cresciuti «da soli», d’ora in avanti avremo dalla nostra maggiori competenze e knowhow, fondamentali per proseguire in questo cammino di crescita virtuosa, rispettoso della nostra storia, del territorio nel quale viviamo e dei nostri dipendenti».
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