Sono +7 i nuovi ingressi nei reparti di cura, mentre resta stabile l’occupazione dei letti nelle terapie intensive (6). Il tasso schizza al 22,33%
CATANZARO – Nessun decesso in Calabria dove si registra un nuovo balzo dei contagi: sono 1.390 i casi riscontrati nelle ultime 24 ore, ieri erano 368, a fronte di 6.224 tamponi eseguiti. Il tasso di positività schizza dal 17,19 al 22,33%. Aumentano i ricoveri, +7 nei reparti di cura con 132 pazienti, mentre resta stabile l’occupazione dei letti nelle terapie intensive (6). I guariti sono 517.745 (+823); gli attualmente positivi 40.446 (+567) e gli isolati a domicilio 40.308 (+560). In Calabria, ad oggi – secondo quanto riportano i dati giornalieri relativi all’epidemia da Covid-19 comunicati dai Dipartimenti di Prevenzione delle Aziende sanitarie provinciali della Regione Calabria – il totale dei tamponi eseguiti è pari a 3.803.632. Le persone risultate positive al Coronavirus sono 561.208.
Territorialmente, dall’inizio dell’epidemia, i casi positivi sono così distribuiti:
Catanzaro: casi attivi 2514 (23 in reparto, 4 in terapia intensiva, 2487 in isolamento domiciliare); casi chiusi 93220 (92838 guariti, 382 deceduti); Cosenza: casi attivi 32951 (60 in reparto, 0 in terapia intensiva, 32891 in isolamento domiciliare); casi chiusi 128695 (127388 guariti, 1307 deceduti); Crotone: casi attivi 428 (7 in reparto, 0 in terapia intensiva, 421 in isolamento domiciliare); casi chiusi 55334 (55068 guariti, 266 deceduti); Reggio Calabria: casi attivi 1989 (29 in reparto, 2 in terapia intensiva, 1958 in isolamento domiciliare); casi chiusi 190050 (189192 guariti, 858 deceduti); Vibo Valentia: casi attivi 485 (11 in reparto, 0 in terapia intensiva, 474 in isolamento domiciliare); casi chiusi 48546 (48360 guariti, 186 deceduti).
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Gli abitanti di Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia hanno una conoscenza “molto buona” degli argomenti secondo un ricerca De&i
COSENZA – Gli abitanti di Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia sono i più informati sulle tematiche di Diversità, equità e inclusione (De&i) rispetto alla media nazionale italiana: il 55%, nel Sud, (contro il 50% del Paese) definisce la propria conoscenza dell’argomento come “molto buona”. E’ quanto emerge dalla prima ricerca su De&i presentata da Omnicom Pr Group Italia, su interviste di Astra Ricerche. “Lo studio – spiega Massimo Moriconi, general manager & Ad di Omnicom Pr Group Italia – ci restituisce un Paese che ancora non crede pienamente nella possibilità di costruire un mondo più equo, inclusivo e rispettoso delle diversità. Mentre fattori come pandemia, guerra, crisi energetica e ambientale rimangono determinanti nella definizione del contesto di pensiero sociale, le aziende diventano luoghi ‘protetti’ dove condividere programmi e comportamenti virtuosi”.
Sulla definizione di vari tipi di diversità il 60% del Sud del Paese indica quella di identità e genere sessuale, dell’orientamento sessuale (52%), del colore della pelle (37%), delle culture, tradizioni e usanze etniche (35%). Il 60% del Sud vive la diversità come opportunità per creare valore. La stessa visione positiva per il 51% vale anche per i loro familiari, amici e conoscenze (vs 46% dato nazionale). Prevale l’ottimismo: il 61% (vs 56%) afferma che in 3-5 anni gli italiani saranno più aperti verso le questioni.
Non è da sottovalutare il ruolo delle aziende che, per il Sud Italia, non dovrebbero limitarsi ad essere attive nell’area : per il 69% dovrebbero anche ‘educare’ i clienti ad essere più consapevoli promuovendo atteggiamenti inclusivi. Inoltre, il 64% nel Sud preferirebbe acquistare prodotti e servizi da un’azienda che si impegna in progetti. La percezione dello stato di Equità nelle 5 regioni è meno rosea, seppur lo si viva con più ottimismo rispetto ad altre zone italiane. Soltanto il 40% (vs 34%) afferma che in Italia sono garantite uguali opportunità a prescindere dalle condizioni di partenza. Ma il trend appare positivo: il 57% degli abitanti del Sud (vs 47%) si aspetta che nei prossimi 5 anni saranno garantite a tutti uguali opportunità.
Un progetto all’avanguardia che prevede la realizzazione di due linee elettriche sottomarine per un più efficace utilizzo dei flussi di energia
COSENZA – Il Ministero della transizione ecologica ha approvato il progetto definitivo del primo tratto (tratto Est) del Tyrrhenian Link, il nuovo elettrodotto in corrente continua tra Sardegna, Sicilia e Campania. Il tratto Est, lungo complessivamente 480 km, parte dal territorio di Battipaglia, nel salernitano in Campania, si snoda per la parte sottomarina nelle acque territoriali tra Campania, Basilicata e Calabria e Sicilia fino all’approdo nel territorio di Termini Imerese, nel palermitano, in Sicilia. Il Tyrrhenian Link, inserito nel Piano di sviluppo della rete elettrica nazionale da Terna dal 2018, è un progetto all’avanguardia che prevede la realizzazione di due linee elettriche sottomarine (una dalla Campania alla Sicilia e una dalla Sicilia alla Sardegna) per un totale di 950 km di collegamento a 1000 MW in corrente continua.
La nuova infrastruttura è un’opera strategica per il sistema elettrico italiano nell’ambito degli obiettivi di transizione energetici fissati dal Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC). Infatti, consentirà non solo il miglioramento della capacità di scambio elettrico tra Campania, Sicilia e Sardegna, ma anche un più efficace utilizzo dei flussi di energia proveniente da fonti rinnovabili, che sono in costante aumento. Inoltre, avrà un ruolo decisivo nel miglioramento dell’affidabilità della rete e dell’intero sistema elettrico. L’intero progetto Tyrrhenian link richiederà l’investimento da parte di Terna, nei prossimi anni, di circa 3,7 miliardi di euro, coinvolgendo nella realizzazione dell’opera circa 250 imprese. L’opera nella sua interezza entrerà in esercizio nel 2028: il primo tratto autorizzato sarà operativo già a partire dalla fine del 2025.
Dopo essere scappato, l’uomo ha poi deciso di costituirsi ai carabinieri. Il ferito, un uomo di 63 anni, è ricoverato in terapia intensiva
CATANZARO – Ha sparato alcuni colpi di fucile all’indirizzo del vicino di casa, ferendolo, per vendicarsi del fatto che la vittima, a suo dire, gli aveva avvelato i cani. Il responsabile del ferimento, un 64enne, è poi fuggito, ma si é costituito a distanza di alcune ore ai carabinieri. L’episodio é accaduto in una zona di campagna nel territorio di un centro dell’entroterra catanzarese che gli investigatori non hanno inteso precisare. Il ferimento, secondo la ricostruzione fatta dai carabinieri della Compagnia di Catanzaro e della Stazione di Marcellinara, è avvenuto al culmine di una lite. Il ferito, che ha 63 anni, è stato ricoverato con prognosi riservata nell’ospedale di Catanzaro. Il 64enne è stato condotto in carcere. L’accusa a suo carico è di tentato omicidio.
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