Il Sud non ha bisogno né di elemosine né di elemosinieri: ecco gli interventi da fare subito   - Secolo d'Italia

2022-10-10 00:52:10 By : Mabino Lin

Una  politica di sussidi ha la sua ragion d’essere in una fase di emergenza o di crollo del mercato, come è stato negli ultimi due anni. Ma terminata questa fase, il prolungare sussidi a pioggia sotto varie forme corrisponde a una vera e propria elemosina che, a mio modo di vedere, non fa altro che lacerare un già provato tessuto sociale e, paradossalmente, finisce col “corrompere” le generazioni a venire.

Siamo nell’ovvio più conclamato, ma l’esigenza prioritaria per una società è il recupero, laddove manca, della dignità del lavoro e cioè del lavoro inteso come fattore di benessere, come fattore di costruzione della personalità o di rafforzamento di essa. Questa è la priorità per il Mezzogiorno d’Italia: è allora necessario individuare quali siano le aree di intervento immediato che funzionino da volano per la ripresa dell’economia e soprattutto per la ripresa delle attività imprenditoriali, per la creazione di nuove occasioni di lavoro e di stimolo per i giovani alla professionalizzazione.

Anzitutto, partiamo dal PNRR per vedere quali sono gli stanziamenti per il Mezzogiorno d’Italia e in particolare la quota di stanziamenti a fondo perduto, la quota di finanziamento a debito, le aree di intervento. Coordinando gli elementi che possiamo trarre, è possibile arrivare a soluzioni di intervento immediate (compatibilmente con le condizioni di fatto e con le tipologie di intervento stesso), tenuto conto delle caratteristiche territoriali, ambientali e di vocazione del Sud.

Il PNRR assegna ai territori del Mezzogiorno una quota importante di risorse, pari a circa 82 miliardi di euro (il 40% delle risorse allocabili territorialmente) che rappresentano un’opportunità unica di sviluppo per il Sud. Tali risorse devono essere utilizzate al meglio nei seguenti settori strategici: la blue economy, elemento centrale per la competitività, attrattività e crescita di tutto il Mediterraneo; la gestione delle acque, i nuovi corridoi energetici e la sfida della green transition; gli investimenti infrastrutturali; lo sviluppo del settore turistico per un Sud ancor più attrattivo; il rilancio degli atenei e degli istituti specializzanti.

Orbene, il sistema portuale nell’Italia meridionale è piuttosto arretrato sia per la scarsa frequenza di porti lungo le coste, sia per la modestia di questi. Dopo i grandi porti commerciali e turistici di Napoli e Salerno, bisogna arrivare in Sicilia per avere strutture simili o a Cagliari.

La frequenza di porti turistici in Francia è di circa un porto ogni 50/ 60 miglia: dovrebbe essere questo un obiettivo per l’Italia meridionale, considerata anche la mitezza del clima e l’attrattività di porti turistici come chiave d’ingresso in territori turisticamente rilevanti. Invitalia, società a controllo pubblico, ha una particolare expertise in materia portuale anche con una società dedicata e potrebbe essere il volano per la costruzione di porti prevalentemente turistici e commerciali. Il successo del porto commerciale di Gioia Tauro, gestito dal gruppo Aponte (leader mondiale nel trasporto container), attesta queste grandi potenzialità: Gioia Tauro è uno snodo importante per tutto il traffico nel Mediterraneo, si immagini una funzione simile attribuita anche al porto di Cagliari soprattutto per la movimentazione di container.

In questo ambito, tuttavia, un intervento piuttosto rapido è rappresentato dalla costruzione di impianti di desalinizzazione proprio per la conformazione italiana lungo le coste meridionali e – con assoluto e prioritario rispetto dell’ambiente e del paesaggio – possono essere rapidamente costruiti impianti  a servizio dell’entroterra, a questo va aggiunto una serie di interventi immediati, casomai da porre a carico dell’impresa ingaggiata per la  costruzione e gestione dell’impianto di desalinizzazione, quali la costruzione di invasi e argini per il miglior contenimento delle acque.

Gli impianti di desalinizzazione rappresentano, a mio modo di vedere, la risposta migliore, anche in termini di celerità, per risolvere il drammatico problema della siccità che sta attanagliando l’Italia e soprattutto il Sud. Sono molteplici i progetti elaborati per la costruzione di questi impianti, primo tra tutti il progetto “Acqua per la Vita” di Webuild S.p.A., questo gruppo si è già cimentato con successo nel mondo anche in questo campo, per non parlare poi di altri player  nazionali.

Infine,  visto che parliamo di acque e territori rivieraschi, va gestita con ordine e intelligenza, così come hanno già fatto Francia, Spagna e Grecia, la transizione verso il rinnovo delle concessioni balneari salvaguardando i gestori che hanno investito o che intendono investire per migliorare le strutture e quindi incentivandoli.

(*) professore di Diritto Commerciale nell’Università di Teramo, avvocato in Roma (esperto in operazioni societarie e in ristrutturazioni aziendali)

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E’ il quotidiano on line della destra italiana: fondato a Roma nel 1952, nel 1963 divenne l’organo di partito del Movimento Sociale Italiano – Destra Nazionale e nel 1995 di Alleanza Nazionale.

Nel 2009 è stato uno dei quotidiani del Popolo della Libertà. Attualmente è organo della Fondazione Alleanza Nazionale.

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