CURA, un progetto open-source per ospedali nell’emergenza COVID-19
Design? Presente! Per fare fronte alle nuove abitudini che la pandemia Covid-19 richiede, ma anche e soprattutto per aiutare l'emergenza globale, moltissimi studi stanno pensando al design come mezzo e strumento utile per fare fronte in modo immediato ai bisogni del momento. A questo proposito, un gruppo di designer, architetti, ingegneri e medici – CRA-Carlo Ratti Associati con Italo Rota (Design e innovazione), Istituto Clinico Humanitas (Ingegneria medica), Policlinico di Milano (Consulenza medica), Jacobs (Alberto Riva - Master Planning, design, costruzione e servizi di supporto logistico), studio FM milano (Identità visiva & graphic design), Squint/opera (Digital media), Alex Neame - Team Rubicon UK (Logistica), Ivan Pavanello per Projema (Ingegneria MEP) e Dr. Maurizio Lanfranco - Ospedale Cottolengo (Consulenza medica)– hanno pensato di convertire container in disuso in ospedali per ospitare i pazienti - dando vita al progetto CURA.
Il primo prototipo del sistema CURA (acronimo che sta per “Connected Units for Respiratory Ailments”, ovvero “Unità connesse per le malattie respiratorie”) è in corso di sviluppo a Milano. Il progetto utilizza container riconvertiti per creare stanze di biocontenimento trasportabili in qualsiasi città del mondo, così da rispondere con prontezza alla carenza di postazioni nelle terapie intensive degli ospedali. Ricordiamo che in Italia, la media dei posti letto in ospedale è 3 per ogni 1.000 abitanti - a fronte dei 5 della media europea. Numeri che trovano conforto in progetti come CURA.
"CURA consiste in una unità compatta di terapia intensiva per pazienti con malattie respiratorie, alloggiata all’interno di un container intermodale a biocontenimento (grazie a un sistema a pressione negativa), della lunghezza di circa 6 metri. Ogni unità funziona in autonomia e può essere spedita ovunque. I container sono connessi da una struttura gonfiabile e possono generare configurazioni modulari multiple (da 4 a oltre 40 posti letto). Alcune unità potrebbero essere posizionate in prossimità di un ospedale (ad esempio in un parcheggio) per aumentare il numero di postazioni di terapia intensiva" dichiarano gli enti coinvolti nel progetto.
L'idea è quella di migliorare, velocizzare, rendere più consapevole, il design e l'architettura che risponde all'emergenza. Se da una parte sono già in costruzione numerosi ospedali da campo, proviamo a pensare a come sarebbe avere già edificata e facilmente trasportabile una struttura in grado di rispondere a una situazione che richiede prontezza. Dotate di tutti i kit medici, praticamente sarebbe come avere delle stanze di terapia intensiva pronte all'uso.
Al momento, ad aver sottoscritto il progetto ci sono: CRA-Carlo Ratti Associati con Italo Rota (Design e innovazione), Istituto Clinico Humanitas (Ingegneria medica), Policlinico di Milano (Consulenza medica), Jacobs (Alberto Riva - Master Planning, design, costruzione e servizi di supporto logistico), studio FM milano (Identità visiva & graphic design), Squint/opera (Digital media), Alex Neame - Team Rubicon UK (Logistica), Ivan Pavanello per Projema (Ingegneria MEP) e Dr. Maurizio Lanfranco - Ospedale Cottolengo (Consulenza medica).