La voce de La Stampa
Ad Asti, in quindici mesi, sono stati raccolti 315.775 chili di abiti usati, con una media di 4,2 chili per abitanti, il doppio della media nazionale di 2,9 chili.
Questo il risultato del servizio avviato un anno e mezzo fa dall’organizzazione Humana People to People Italia, con Comune e Asp. Un progetto che ha guardato al futuro: dal primo gennaio è obbligatoria la raccolta differenziata del tessile.
Leader mondiale in questo settore, un anno e mezzo fa Humana ha posizionato in città 82 contenitori verdi in 50 punti per lo più in zone videosorvegliate.
Un numero inferiore rispetto ai vecchi bianchi, per consentire un miglior controllo e passaggi regolari di svuotamento: uno-due a settimana, o anche di più. Con gli abiti, si raccolgono anche scarpe, accessori (cinture, sciarpe, cappelli), borse, zaini, biancheria per la casa: tutto deve essere conferito in sacchetti ben chiusi.
Organizzazione no profit, Humana opera in 45 Paesi e collabora con 31 organizzazioni finanziando progetti di sviluppo nel Sud del mondo e iniziative di solidarietà in Italia, dove è presente da 20 anni in 43 province (oltre 5.600 contenitori). Humana (oltre 200 dipendenti) controlla l’intero ciclo di vita degli abiti donati dai cittadini (raccolta, selezione, vendita all’ingrosso e al dettaglio), garantendo tracciabilità e trasparenza dell’attività. «Un sistema che allunga la vita degli indumenti e tutela l’ambiente: diminuiscono gli smaltimenti e si riducono le emissioni inquinanti – spiega Andrea Valassina di Humana – Inoltre, affidando i capi a Humana, i cittadini contribuiscono allo sviluppo nel mondo sostenendo progetti di sviluppo in diversi settori come salute, istruzione, sviluppo, agricoltura». Abiti e accessori vengono selezionati in un impianto di stoccaggio, che conta 29 addetti: «Loro il compito di dividerli per categorie merceologiche e solo quello che non si può più utilizzare diventa rifiuto – precisa Valassina – In media, dopo l’igienizzazione, il 67,5% viene riciclato, valorizzato nei nostri 11 negozi e attraverso l’e-commerce. Il ricavato va a progetti di cooperazione».
Commentano Fabrizio Imerito e Giuseppe Cagliero, presidente e amministratore delegato Asp: «Il servizio è apprezzato dai cittadini e si è rivelato efficiente ancor prima che la raccolta differenziata del tessile diventasse obbligatoria». «In passato i cassonetti di raccolta indumenti non erano utilizzati in modo corretto – aggiunge il sindaco Rasero – ai punti di raccolta tanti abbandoni a terra e non solo di abiti. Avevamo chiesto ad Asp pulizia e attenzione al servizio: ci siamo riusciti». L’assessore Renato Berzano: «Togliere il servizio per evitare il degrado sarebbe stato sbagliato, per questo abbiamo accettato la sfida di Humana». Per trovare il contenitore più vicino: App Junker, sito di Humana e quello di Asp. —