Acciaieria di Terni verso trimestre grigio: due venditori alla porta. Prima assemblea Rsu dopo il voto di maggio: focus sui temi caldi
Non raggiungono le 100 mila tonnellate di acciaio fuso le commesse sin qui ricevute da Ast, per il trimestre ottobre-novembre-dicembre; e il perdurare di incertezze, caro prezzi, concorrenza extra Ue e calo generalizzato dei consumi, starebbe portando tensioni al livello di struttura commerciale con due addetti alle vendite che, per frizioni coi vertici aziendali, avrebbero salutato col licenziamento.
PIANO ARVEDI-AST IN CINQUE ANNI
Arvedi-Ast Il numero limitato di ordini, combinato col caro energia e gas che risulta proibitivo anche per ‘fare magazzino’, ha comportato in questo periodo il ricorso alla cassa integrazione per 400 lavoratori. Dall’inizio del prossimo mese comunque, l’area a caldo dello stabilimento di viale Brin dovrebbe riprendere a marciare a pieno regime; nessuna comunicazione ufficiale è stata ancora diramata ma potrebbe arrivare ai diretti interessati nelle prossime ore; ad ogni modo, l’orizzonte temporale di pieno esercizio degli impianti è stimato in una parentesi ristretta che non dovrebbe andare oltre i 15 giorni. Uno stato di cose che alimenta un certo nervosismo a ogni livello, soprattutto tenendo conto sempre che di quel piano industriale annunciato ad aprile è rimasta traccia solo in quell’unica slide illustrata dal cavaliere Arvedi a sindacati e stampa.
Il piano industriale Da allora si è parlato solo di vincolo all’Accordo di programma, recentemente definito in fase di completamento dall’uscente ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, con un governo però tutto da ricostruire con Fratelli d’Italia a fare la parte del leone. Sugli investimenti (si parlava di 100 milioni entro il 2022), dalle parti di viale Brin si inizia a vociferare di sopralluoghi per l’installazione dei nuovi impianti: l’attenzione è altissima. Giovedì per la prima volta dopo il voto di maggio, si riuniranno i nuovi delegati sindacali eletti. All’ordine del giorno, secondo indiscrezioni, ci sono le relazioni sindacali, con particolare riferimento ad accordi sottoscritti che non sarebbero stati rispettati, eventuali iniziative da intraprendere per la gestione di questa lunga fase di scarico che si prospetta da qui a fine anno, nonché una discussione sul premio che per ora non ha prodotto alcun risultato.