«Abbiamo difficoltà a reperire la carta per confezionare i panettoni e i biscotti da prima colazione. Ma sul mercato manca anche la vanillina. E ancora, i prezzi per l’affitto dei container per il trasporto all’estero sono quadruplicati. Senza materie prime e senza mezzi per trasportarli si rischiano rallentamenti e il blocco delle produzioni ». Alberto Balocco, amministratore delegato dell’azienda di Fossano che porta il suo nome, lancia l’allarme sulla carenza di materie prime che si sta registrando in questi ultimi mesi. Una crisi post Covid che ha coinvolto tutti i settori produttivi, a partire da quello dell’automotive e beni durevoli, e che ha coinvolto anche il settore dolciario.
«Le aziende durante il lockdown si sono trovate ad avere grandi quantità di prodotti nei loro depositi — spiega Balocco —. Per evitare costi di magazzino che le avrebbero messe in difficoltà, hanno fatto la scelta di tenere il minimo necessario. Ora, a distanza di mesi, non avendo più materie prime l’intero settore si trova in difficoltà. Anche perché bisogna considerare che la filiera alimentare non si è mai interrotta, pure quando tutto era fermo. Ancora oggi stiamo lavorando per garantire la produzione, ma senza riserve che ci garantiscano gli ingredienti siamo in difficoltà».
Tanto che, pur di non rimanere senza cartone per confezionare i panettoni di Natale, l’azienda cuneese ha dovuto anticipare produzioni e ordini . «Solitamente iniziavamo a produrre a fine giugno per l’estero, mentre a inizio agosto cominciavamo per il mercato italiano — spiega ancora l’ad —. Quest’anno abbiamo dovuto anticipare tutti i tempi. Siamo partiti a giugno con la produzione per l’estero, così da essere pronti a spedire già ad agosto. In questo caso il problema che abbiamo avuto è di carattere logistico. C’è grande difficoltà a trovare i container, indispensabili per il trasporto. Così le aziende che li mettono a disposizione hanno quadruplicato i prezzi».
In questi giorni l’azienda, già pronta per iniziare a produrre i primi dolci che anticipano poi panettoni e pandori, si trova a fare i conti con la mancanza di alcuni ingredienti. «Mancano vanillina e carta — chiosa Alberto Balocco —. Nel primo caso la chiusura di una fabbrica ha portato all’interruzione dell’intera produzione. Fortunatamente se ne usa poca, mentre per le materie prime come farina, zucchero, olio e cacao non sembrano invece esserci problemi. A preoccuparci è ovviamente la mancanza di carta. Senza non possiamo confezionare nulla».
Negli ultimi 15 anni Balocco ha investito oltre 80 milioni di euro in tecnologia , puntando sulla crescita per linee interne. Sono stati ultimati i lavori di ampliamento dello stabilimento di Fossano e del nuovo polo logistico di Trinità, entrambi alimentati da impianti fotovoltaici con l’obiettivo di arrivare a coprire completamente il fabbisogno energetico. L’azienda in continua crescita, con i suoi 17 milioni di panettoni sfornati all’anno, i suoi 185 milioni di fatturato, un incremento dell’organico del 5%, una crescita sui mercati esteri che sul bilancio rappresenta il 12% (di cui 50% Ue e 50% extra Ue) e si sviluppa in 70 Paesi, è già pronta a trovare una soluzione. «Abbiamo già anticipato produzioni, ordini e stiamo gestendo questa piccola crisi — conclude Balocco —. Abbiamo l’esigenza di dare certezza ai nostri importatori, ad esempio. Così ci siamo mossi per tempo. Perché come ogni Natale anche il prossimo deve avere il panettone in tavola da poter condividere. Se c’è una cosa che il Covid ci ha insegnato è quella di non dare nulla per scontato».
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