“Dario” è già in azione a pochi chilometri di distanza da Genova. La mega fabbrica galleggiante di Fincosit sta posando i cassoni che servono per costruire la nuova protezione a mare della piattaforma container di Vado
La fabbrica di cassoni galleggiante "Dario" la lavoro nel porto di Vado Ligure
Genova – “Dario” è già in azione a pochi chilometri di distanza da Genova. La mega fabbrica galleggiante di Fincosit sta posando i cassoni che servono per costruire la nuova protezione a mare della piattaforma container di Vado.
Ma quando quel lavoro sarà finito, il pontone sarà trainato a Genova da diversi rimorchiatori per la sfida epocale: la costruzione della diga del porto di Genova. Per la regia dell’operazione, accanto a Fincosit, c’è Fincantieri Infrastructure, l’azienda guidata dal genovese Claudio Gemme.
È da queste due imprese che arrivano le competenze nelle costruzioni marittime che hanno permesso alla cordata guidata da Webuild di vincere la gara per l’appalto da quasi 1 miliardo di euro.
Le mega macchine della diga “Dario” non sarà l’unica grande fabbrica galleggiante a costruire i cassoni che serviranno da base e da corpo della nuova diga di Genova. Almeno altri due gemelli della particolare nave dovranno essere utilizzati per la costruzione dei 100 cassoni della diga.
Questi impianti galleggianti sono composti da un grosso vascone di cemento armato sul quale svettano sei torri in acciaio. E su queste torri sono posizionati quattro carroponti e una gru. È lì che sono agganciate le casseforme per i getti di calcestruzzo dei cassoni: “Dario” ne può produrre quattro in un mese, due contemporaneamente.
Molto dipende dalle dimensioni: questa unità può realizzare nello stesso momento due cassoni lunghi 28 metri e alti 27 metri. Una volta terminati, i cassoni vengono affondati singolarmente prima introducendo l’acqua e poi il materiale terroso per la messa in sicurezza.
Gli impianti come “Dario” sono lunghi circa 46 metri e larghi 38, mentre l’altezza di sei metri è data dalle torri laterali. Il lavoro è modulare: i cassoni verranno posati l’uno sull’altro sino ad arrivare alla superficie dell’acqua.
Sopra l’ultimo blocco sarà realizzata la parte che affiora, il muro che proteggerà le banchine di Sampierdarena dalle onde. I mezzi di Fincosit sono molto grandi, nella flotta sono già presenti almeno altre tre unità di questo genere che potrebbero essere schierate sul nuovo cantiere di Genova.
Anche perché sul mercato è difficile reperire una flotta di questo tipo, in grado cioè di realizzare le strutture che compongono l’ossatura della nuova Diga. La misura dei cassoni richiesti dall’infrastruttura sarà però anche superiore a quella che le tre fabbriche galleggianti possono attualmente produrre ed ecco perché è prevista anche una fabbrica a terra, nella zona di Pra’ a Genova.
Così si dovrà ricorrere a una chiatta, che funzionerà da cantiere e da trasporto per la realizzazione di quelli più grandi. I blocchi di cemento previsti arrivano infatti sino a 33 metri di altezza, 35 di larghezza e 67 di lunghezza: sono tutte misure che rappresentano una sfida ingegneristica e costruttiva enorme.
LE NUOVE CARTINE Qualche immagine in più della diga, oltre a quelle già rese pubbliche, comincia intanto a circolare. Il Secolo XIX è in grado di mostrare due documenti che rendono bene l’idea di come sarà la diga del porto quando verrà realizzata.
Nuove immagini della Diga di Genova - 1
Nuove immagini della Diga di Genova - 1
In particolare dal disegno aereo su cui si basano le aziende che costruiranno la diga, è evidente lo spessore della nuova diga: non più sottile come nei rendering pubblicati in un primo tempo, ma più corposo, perché comprende anche il riempimento che rinforza la struttura nella protezione contro le onde. La sfida ingegneristica è particolarmente difficile: i cassoni dovranno essere posati a circa 45 metri di profondità.
Nuove immagini della Diga di Genova - 2
Nuove immagini della Diga di Genova - 2
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