Le ordinanze che insistono sul territorio sono due, risalgono al luglio scorso e sono valide fino a dicembre. Questi provvedimenti si possono prendere solo con un’ordinanza sindacale contingibile e urgente proposte dall’assessore competente, non ripetibile, ma l’amministrazione spesso le reitera perché i problemi legati all’alcolismo non si risolvono e allora si cambia poco il perimetro e si va avanti. Il primo provvedimento vieta ogni giorno sull’intero territorio comunale, dalle ore 00:00 alle ore 08:00 in area pubblica e/o aperta al pubblico ad eccezione delle superfici di somministrazione autorizzate (plateatici), il consumo e la detenzione finalizzata all’immediato consumo sul posto (contenitori privi della chiusura originaria) di bevande alcoliche di qualsiasi gradazione. Il secondo ordina, a chiunque, ogni giorno, dalle ore 12.00 alle ore 08.00 in area pubblica e/o aperta al pubblico ad eccezione delle superfici di somministrazione autorizzate (plateatici) il consumo e la detenzione finalizzata all’immediato consumo sul posto (contenitori privi della chiusura originaria) di bevande alcoliche di qualsiasi gradazione nelle aree poste all’interno dei perimetri così definiti, ivi comprese le vie che delimitano i perimetri stessi quando non espressamente escluse.
Sono previste eccezioni «in occasione di eventi di carattere cittadino, nonché di manifestazioni commerciali a carattere straordinario di significativo interesse per la città, per il tempo necessario allo svolgimento dell’evento». L’Amministrazione comunale ha deciso che la castagnata prevista per oggi in piazza Settembrini dalla Pro Loco Sampierdarena (non potendo avere connotati commerciali visto che la domenica i negozi sono chiusi e che le pro loco non possono essere a scopo di lucro) è un evento di carattere cittadino e per questo meritevole di deroga. Insomma, senza poter vendere alcol la castagnata, a quanto sembra, non sarebbe stata una festa. Tutto questo accade in un luogo in cui la frequentazione di molte persone in stato di ubriachezza è giudicato un problema (tanto che l’Amministrazione ha deciso di imporre il divieto) e dove addirittura, a spese delle casse del Comune e, quindi, della collettività, sono state innalzate cancellate per “difendere” la piazza di notte.
Insomma, una zona critica, e però ideale, secondo l’amministrazione per una festa in cui si vende alcol. Citiamo la delibera comunale che “libera” il consumo sul posto: «gli organizzatori hanno predisposto di vendere agli avventori dell’evento birre e/o altre bevande alcoliche» e allora se Pro Loco predispone, Tursi deroga. Sempre sull’ordinanza si legge che i competenti assessorati hanno avuto le loro belle garanzie: «La Pro Loco – sta scritto sul provvedimento comunale – ha comunque garantito che le attività commerciali operative nel territorio presidieranno l’ordinato svolgimento degli eventi programmati».
«Come una Pro Loco può garantire l’ordine pubblico e come il Comune può farsi bastare questa “garanzia”? – si domanda il capogruppo Pd del Municipio Centro Ovest Amedeo Lucia -. Sono state, forse previsti servizi della Polizia locale, che per la collettività hanno un costo? La Pro Loco paga i servizi straordinari come ogni azienda privata o la spesa è a carico delle casse comunali?»
Di fatto nelle ore previste per la festa non c’è divieto di vendita, ma normalmente c’è divieto di consumo sul posto, il che impedisce alle attività della zona di vendere a chi vuole consumare proprio lì.
Sempre sull’ordinanza si legge che «l’Amministrazione attribuisce significativo interesse alle attività di animazione e promozione commerciale e turistica, sia per i positivi riflessi economici che essa può incentivare, sia per l’importante significato aggregativo per il quartiere interessato che tale evento può fornire sotto il profilo dell’interazione sociale, della convivialità dei residenti, dei cittadini e degli eventuali turisti». Come si sa, la maggior parte dei negozi la domenica è chiuso, quindi l’animazione commerciale è difficile da immaginare. Certo, «La manifestazione – si legge sempre sul provvedimento – prevede la predisposizione di un mercatino di artigiani e gastronomia in piazza Settembrini a corredo dell’iniziativa». Lucia si chiede chi incassa l’occupazione suolo delle aziende artigianali e di gastronomia che partecipano. Il Comune o la Pro Loco?
E poi si chiede anche se non bastassero castagne, eventuali specialità gastronomiche (il sito della pro loco parla dei famosi panini con la mostardella di Vobbia» e bevande analcoliche, oltre al dj set di Dj Davidino (Davide Rossi, ex consigliere comunale e, prima, di Municipio della Lega) e l’animazione per grandi e piccini, a cura di Ivanito ad animare la festa? Era proprio necessario vendere alcol? Il Comune ha «Rilevato che in tale evento gli organizzatori hanno predisposto di vendere agli avventori dell’evento birre e/o altre bevande alcoliche» e ha deciso che alcol in deroga in “zona rossa” sarebbe stato. Perdendo così l’occasione di dare un segnale educativo chiaro: ci si può divertire e socializzare anche senza alcol. Non è forse quello che il Comune va ripetendo ai giovani della movida?
Così l’ordinanza dirigenziale deroga all’ordinanza del Sindaco, esclusivamente per i clienti delle attività scelte dalla Pro Loco: «al divieto di consumo e detenzione finalizzata all’immediato consumo sul posto (contenitori privi della chiusura originaria) di bevande alcoliche in area pubblica e/o aperta al pubblico, consentendo che, in concomitanza della manifestazione organizzata dalla Pro Loco Sampierdarena San Teodoro» i clienti delle attività individuate dalla Pro Loco stessa possano bere sul posto.
L’Amministrazione ha dato di fatto in mano le chiavi della deroga al consumo di alcol alla Pro Loco scrivendo espressamente nell’ordinanza che «la deroga in questione – si legge – sia limitata agli avventori riconoscibili attraverso il possesso dello scontrino fiscale che dimostri l’acquisto del prodotto presso un rivenditore aderente all’iniziativa o l’utilizzo per il consumo della bevanda di apposito contenitore riportante il logo o il marchio che attesti la provenienza da un rivenditore aderente all’iniziativa». Rivenditori di serie A e di serie B, rivenditori così affidabili da ottenere la deroga su garanzia della Pro Loco e altri no, a insindacabile decisione dell’associazione senza fine di lucro.
Amedeo chiederà di sapere se c’è stato incasso per la Pro Loco e se si di quanto, come e con quale titolo la Pro Loco ha garantito il controllo, come è stato possibile derogare solo per le attività “riconosciute” dalla Pro Loco stessa e con quale criterio siano state riconosciute idonee alla somministrazione in deroga. E chiederà anche «alla luce delle lamentele di un consigliere della lista del Sindaco Marco Bucci sulla situazione di degrado della zona» i risultati dell’ordinanza di divieto.
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Le foto sono del fotografo genovese Carlo Alberto Alessi.
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