Alassio, perla del Ponente ligure che ha un vecchio cuore inglese | Famiglia

2022-10-09 21:07:08 By : Mr. Steven Liu

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Dietro alle tante e lunghe file di sdraio pulsa un cuore anglosassone, tra parchi, biblioteche e tennis club. Un vero viaggio, ma nel tempo, oh yes!

Dici Alassio e pensi al mare, all’estate, alle spiagge e agli stabilimenti balneari che si susseguono senza sosta da Laigueglia al porto. Siamo nel Ponente ligure, in provincia di Savona ma chiunque, per un motivo o un altro avrà già sentito parlare di questo paese che conta circa 11mila abitanti. I più si ricorderanno forse di “Miss Muretto”, il famoso concorso di bellezza che dal 1952 al 2014 ha dato notorietà a molte ragazze mentre chi tra i piemontesi o lombardi, non è mai venuto qui almeno per un weekend estivo? A cavallo fra gli anni cinquanta e sessanta del secolo scorso, in coincidenza con il boom economico, fu località alla moda insieme a Portofino e Sanremo.

PERLA DEL PONENTE LIGURE – Città balneare per eccellenza, tra le più frequentate del Ponente ligure, è considerata la reginetta della Riviera delle Palme, il litorale della provincia di Savona, dalla distesa di sabbia fine e morbida lunga 4 chilometri. Spiaggia perfetta per le famiglie e per i nuotatori poco esperti perché il fondale degrada dolcemente ed è possibile camminare diverse decine di metri prima di non toccare più con i piedi. La pendenza del fondale fino a 200 metri dalla spiaggia è mediamente del 3,3%: in pratica, per raggiungere la profondità di 1 metro devi allontanarti 33 metri dalla riva. Così poco profonda, specialmente nel tratto centrale della città che le file di lettini sulla spiaggia si riducono forzatamente. Secondo Altroconsumo Alassio è in testa a una particolare classifica: per sedersi in prima fila (dal 31 luglio al 6 agosto) servono 380 euro, che scendono a 281 dalla quarta fila. Si rivela la più cara con una media di 323 euro per le prime quattro file. Se cercate spiagge libere invece farete piuttosto fatica: le più grandi si trovano alle estremità est ed ovest della città.

SPORT E MOVIMENTO – In questo contesto vi vogliamo dare due “dritte” sportive. La prima è la marcia acquatica, disciplina sportiva che si pratica camminando nell’acqua ad un livello di immersione fra l’ombelico e il petto, coordinando braccia, gambe, busto e respirazione. Si tratta di un’attività in pieno sviluppo e rientra nei cosiddetti sport naturalistici, ovvero quelle attività che si svolgono sia in modo amatoriale, sia in modo competitivo a diretto contatto con l’ambiente naturale. La marcia acquatica è del mare ciò che lo sci di fondo è verso le montagne. Un vero sport che ti permette di sviluppare la tua resistenza, mantenere la tua condizione fisica, lavorare, bilanciare, tonificare e costruire tutto il tuo corpo. È un’attività accessibile a tutti, si devono solo effettuare le uscite in base al proprio livello di capacità, alle condizioni del mare ed essere accompagnato da un istruttore qualificato. E Alassio tutto ciò c’è: basta andare al Circolo Nautico Al Mare CNAM presso il Porto Luca Ferrari (www.wavewalking.it/ e www.facebook.com/AquaWalkingAlassio): provare per credere! Altra splendida occasione da cogliere al volo, sempre organizzata al porto, è la scuola di vela aperta a tutti ma con interessanti opportunità, anche economiche, per giovani, ragazzi e chi si approccia a questa specialità per la prima volta: www.cnamalassio.it/scuola-vela.

ALASSIO, QUANTA STORIA – Ma rispetto a molti centri di villeggiatura sorti sulla costa come luogo per le seconde case (che abbondano anche qui in grande quantità, basta pensare che ad agosto la popolazione quadruplica con tutti i problemi che ne conseguono) Alassio ha una storia alle spalle e anche quelle attrattive che esulano dal canonico “mare e spiaggia”. A partire dall’inizio dell’Ottocento dalla terra d’Albione gli aristocratici, vicini e affini alla Corona, e gli intellettuali erano abituati a partire per i Grand Tour per raggiungere con tutta calma i possedimenti d’oltremare e ogni occasione era buona (tempo ne avevano…) per scoprire nuove località, amene e soleggiate meglio ancora. Chi per il sole e il clima, chi per il mare, le spiagge e i pescatori, chi a ritrarre uno scorcio suggestivo di questo borgo, chi a pensare che quello era un buon posto per costruirci una villa al mare (o in collina)… Nella seconda metà del secolo arrivano nuove forme di turismo, di cui sono protagonisti i borghesi arricchiti della terra d’Albione, amanti di avventure da poter raccontare, più che di bellezze artistiche o archeologiche da ammirare. Tra questi Sir Thomas Hanbury, il creatore, insieme al fratello Daniel, degli omonimi giardini botanici di Ventimiglia. Thomas, dotato di uno straordinario fiuto per gli affari, acquista vasti appezzamenti di terreno nella baia di Alassio, con l’obiettivo di rivenderli poi agli ospiti inglesi che desiderino trascorrervi il periodo invernale e costruirvi delle abitazioni con tutti i comfort cui sono abituati. Splendide ville con giardini, molte delle quali trasformate oggi in alberghi di squisito gusto liberty.

E AD ALASSIO ARRIVA IL TRENO… – Mancava però ancora un tassello importante, che andrà al suo posto nel 1872: il capofamiglia semplicemente dona dei terreni su cui sorgerà la stazione di Alassio, ponendo un unico vincolo, che tutti i treni si dovessero fermare ad Alassio. Semplice, no? L’arrivo del treno rompe l’isolamento secolare in cui si trovava un po’ tutto il Ponente ligure e costituisce un volano straordinario per l’economia della zona. In zona, tra gli altri, arrivano commercianti facoltosi e militari di carriera che dopo aver passato lunghi periodi in Costa Azzurra decidono di trasferirsi tra Bordighera e Alassio. Sicuramente il luogo più conosciuto, il testimone più vivido dell’impronta anglosassone è Villa della Pergola, magnifica dimora storica a pochi minuti dal centro di Alassio. Dopo aver avuto diversi proprietari, passerà negli Anni Venti del secolo scorso, nelle mani di Daniel Hanbury, il figlio di Thomas. Oggi la villa è un Hotel di lusso Relais et Châteaux immerso in un lussureggiante e meraviglioso giardino botanico. Per visitare la villa è necessario essere ospiti dell’albergo o del ristorante stellato al suo interno. Ma durante la bella stagione il giardino è aperto al pubblico ed interamente visitabile. Il giardino vanta una rinomata collezione di glicini e la più importante collezione di agapanthus d’Europa. Durante la visita si gode di un bel panorama sulla città e sul mare, dove domina l’isola Gallinara.

E POI LA CHIESA… – La colonia britannica ha le sue esigenze e così nel 1878 viene inviato ad Alassio il rev. John Hayes, il primo cappellano. Ben presto si pensa alla costruzione di una chiesa anglicana. L’edificio sorgerà su un terreno vicino alla stazione ferroviaria, messo a disposizione dal solito Hanbury. Viene inaugurato per il Natale del 1881 e nella primavera successiva vi si celebrerà il primo matrimonio. Già dieci anni dopo, per far fronte all’aumentato numero dei fedeli, si renderà necessario un ampliamento. La stessa che si può vedere ora, con il suo albero di pepe centenario, il suo giardino con la via di fuga, il suo ingresso di ciottoli, colonne e glicini lungo venti metri e il suo spiazzo di ghiaia circondato da un rigoglioso giardino. L’edificio ha un perfetto stile neogotico, che privilegia il ritorno alla pietra e al ferro, con forme semplici e volumetrie in grado di dare un senso di grandezza, così come accadeva nelle antiche cattedrali. Anche per questo oggi la Chiesa Anglicana è amata dai tanti musicisti che già vi hanno suonato, come luogo dall’acustica eccellente. La Città di Alassio ha saputo valorizzare al meglio questo prezioso patrimonio lasciato dagli inglesi, trasformandola in uno spazio polifunzionale, con un calendario di iniziative che si susseguono nell’intero arco dell’anno: dalle mostre degli artisti più affermati e interessanti del panorama dell’arte contemporanea, a concerti di musica classica, lirica, pop e jazz, a spettacoli e rassegne teatrali, laboratori, conferenze e festival. Dal 1888 risiede stabilmente ad Alassio il pittore irlandese Richard W.West. A differenza della maggior parte dei membri della colonia, che prediligono la collina, West si stabilisce nella “Casa Bianca”, affacciata proprio sulla spiaggia di ponente. L’artista poteva così ritrarre direttamente dal suo aetelier i pescatori che tiravano le reti. West morì improvvisamente nel 1905 e la vedova e gli amici decisero di realizzare uno spazio per l’esposizione delle sue opere. Nel 1907 veniva inaugurata la “West Memorial Gallery”, un edificio di due sale in stile neogotico, per ospitar le opere dell’artista, molte delle quali furono poi donate dalla figlia al Comune di Alassio. Nelle vicinanze c’era l’English Club, un grande edificio, anch’esso in stile neogotico, fatto erigere nel 1900 da Thomas Hanbury in onore della Regina Vittoria, come punto di incontro della comunità. Il Club, come era abitualmente chiamato, diviene subito il più importante luogo di ritrovo della colonia britannica e lo resterà per lungo tempo. Nei grandi saloni si tenevano concerti e spettacoli teatrali, cene di gala e feste da ballo. Vi si trovavano una pasticceria e l’immancabile sala da tè, ma anche spazi per il gioco del bridge e persino per tirare di scherma.

E POI IL TENNIS CLUB… - Il leader indiscusso della colonia è ora sir Daniel Hanbury, uno dei figli di Thomas, che ha ereditato le proprietà e gli interessi di famiglia in Alassio. Nel 1923 Daniel costruisce il Lawn Tennis Club rispondendo così ad una esigenza sentita da lungo tempo da parte della comunità. Il complesso, con sei campi da gioco in terra battuta e una Club House di primo livello, dotata persino di una sala per feste e una biblioteca, diviene immediatamente uno dei più importanti punti di aggregazione della comunità. Sono gli anni in cui la colonia britannica, di cui fanno parte anche australiani, canadesi, sudafricani e così via, raggiunge la massima espansione. Anche ai nostri giorni appaiono sempre i due leoni di pietra a chi varca la soglia dell’Hanbury Tennis Club: un tuffo nell’Inghilterra degli inizi del secolo scorso, un tuffo in un romanzo di Francis Scott Fitzgerald. La casa gialla è ancora lì, in tutto il suo fascino di un mondo scomparso, ma viva più che mai. I campi sono otto e non sei ma il circolo è proprio quello. I primi clienti del Lawn Tennis Club furono i soldati inglesi, reduci dal primo conflitto mondiale, mandati a ritemprarsi al sole di Alassio. Hanbury gestì personalmente il circolo che in quegli anni visse la sua età dell’oro. Sui campi alassini vennero ad allenarsi i più famosi giocatori australiani di Coppa Davis e, ogni primavera, tornavano i grandi del tennis. Ancora negli anni Sessanta il tennis alassino ancora di proprietà del trust Hanbury, presieduto dall’Arcivescovo di Gibilterra, venne rimodernato e la gestione, seguita dai banchieri Galleani, fu affidata al maestro Mario Elia di Torino, che vi si trasferì con la famiglia. Una visita, anche se non si è mai tenuta una racchetta in mano, d’obbligo: ogni oggetto nella club house, o nel parco è rigorosamente originale, dalle colonnine della posta – Victoria, Edward VII, George V e VI, Elizabeth, ci sono tutte – ai lampioni, dismessi da vicoli londinesi, alle Police box e al black cab, parcheggiato nel piazzale, perfettamente funzionante. C’è il portaombrelli “The Smash” identico a quello dell’All England Lawn Tennis and Croquet Club di Wimbledon , in ghisa con l’immagine di William ed Ernest Renshow; c’è il pendolo del 1835 anche questo uguale a quello della club house di Wimbledon con la pallina da tennis che oscilla, a ritmo del pendolo, tra l’immagine smaltata di due giocatori in un eterno scambio senza vincitori. La ricchissima collezione di oggetti, dalle racchette alle tazzine, passando per lampade e magneti, libri posaceneri, e soprattutto affiches, manifesti pubblicitari, poster cinematografici tutti rigorosamente connessi al mondo del tennis raccolte pazientemente in più di quarant’anni, ha nel tempo trasformato il circolo in un vero e proprio Museo del Tennis.

SENZA DIMENTICARSI LA BIBLIOTECA INGLESE – Merita la visita anche la English Library, deliziosa casetta stile cottage inglese incastrata, col suo giardino, proprio a ridosso della Via Aurelia. Con i suoi 15.000 volumi (1850-1930) rappresenta la più importante e ricca biblioteca inglese in Italia dopo quella di Firenze presso il British Institute. La collezione è ricca di libri di letteratura, antichi libri di viaggio ed esplorazione geografiche, testi di arte e storia e possiede anche una importante sezione dedicata alle biografie. La bibliotecaria, Mrs. Rosadoni Poole, è una vera istituzione, dirige con passione e amore da oltre trent’anni la biblioteca e ogni sabato pomeriggio la apre al pubblico dando consigli e informazioni ai visitatori. Fondata nel 1881 dalla colonia inglese di Alassio, la Library ospita anche la Pinacoteca Richard West in cui sono raccolti 76 dipinti di questo artista irlandese di cui si è parlato precedentemente. Aprendo il portone di Viale Hanbury 17 si ha quasi la sensazione di entrare in una macchina del tempo e di venire catapultati nella Londra del 1910. Antichi volumi, scaffalature di abete, pavimento in legno, antiche fotografie della colonia britannica di Alassio: un vero gioiello storico e architettonico ancora poco conosciuto. Ma i tempi stanno cambiando, la situazione politica internazionale diventa sempre più critica. La crescente diffidenza verso il regime di Mussolini, alcuni atti di ostilità dei fascisti nei confronti degli inglesi, spingono questi ultimi a lasciare Alassio. Se ne vanno a poco a poco, poi sempre più in fretta, man mano che i venti di guerra si fanno più minacciosi. Ma di quell’epoca resta ancor oggi un cospicuo patrimonio, fatto di cultura, di bellezza, di civiltà che la città di Alassio ha ereditato e che ora ha il compito di non disperdere e di valorizzare. Come si diceva, si può ancora visitare la West Memorial Gallery con i quadri del pittore irlandese che ci restituiscono l’immagine di Alassio e della Riviera tra Otto e Novecento, così come si possono consultare i volumi della English Library, la cui origine si fa risalire al 1878. Anche se solo dall’esterno restano ben visibili le massicce strutture neogotiche della chiesa anglicana del 1881. Spingendosi oltre la ferrovia, sulla prima collina, si entra nel cuore della zona “inglese”, dove si trova la nuova chiesa, oggi proprietà comunale, e il caratteristico edificio ottagonale, divenuto nel 1912 sede della English Library. Pochi sanno che anche l’ex-ospedale di Alassio ha un’origine british: nacque come albergo, voluto e gestito da due signore inglesi per ospitare i loro connazionali.

E IL MURETTO DI ALASSIO E’ SEMPRE LI’… - Certo, la vulgata comune vede Alassio conosciuta per il suo centro storico, caratterizzato da un lungo viale costellato di locali pubblici perfetti per i giovani e negozi per fare shopping sfrenato così come il muretto, all’angolo tra via Dante e via Cavour: il titolare del Caffè Roma, fin dagli anni Trenta simbolo dell’Alassio turistica, all’inizio degli anni Cinquanta pensò di collocare sul muro dei giardini di piazza Libertà delle piastrelle in ceramica con i nomi dei personaggi famosi che frequentavano il locale. Nacque così il celeberrimo muretto, sul quale si trovano autografi di personaggi dell’arte, della cultura e dello spettacolo. La prima piastrella del muretto fu messa nel 1951 dallo scrittore americano Ernest Hemingway. Seguirono quelle del gruppo musicale del Quartetto Cetra e poi tanti altri. Oggi le piastrelle con le firme di personaggi famosi sono circa 500.

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